[[File:Da Vinci Vitruve Luc Viatour.jpg|thumb|180px|right|Studie de proporzionalità de 'nu cuèrpe umane, Venezia, Accademia]]
Una'Na prima veritàveritate sise traeave dallda l'esperienzaesperienze direttadirette dellad'a naturanature, dallda l'osservazione deide le fenomenifenomene: «moltoassaije maggiore e piùcchiù degna cosacose a leggere» non g'è allegarel'allegà a l'autorità dide autoriautore dide librilibbre ma allegareallegà l'esperienzaesperienze, checa èète la'a maestramaestre dide queglichidde autoriautore. ColoroChidde checa argomentanoargomendescene citandocitanne l'autorità dide altriotre scrittoriscritture vannovonne gonfigonfie «e pomposi, vestiti e ornati, non delle loro, ma delle altrui fatiche; e le mie a me medesimo non concedano; e se me inventore disprezzeranno, quanto maggiormente loro, non inventori, ma trombetti e recitatori delle altrui opere, potranno essere biasimati». <ref>Codice Atlantico b 117 r</ref> SeCe poipò costorochiste lo'u criticanocritichescene sostenendodicenne checa «le mie prove esser contro all'alturità d'alquanti omini di gran riverenza appresso a' loro inesperti iudizi», èjè perchépurcé non consideranoge conziderane checa «le mie cose esser nate sotto la semplice e mera sperienza, la quale è maestra vera». <ref>Codice Atlantico a 119 v</ref>
{{quote|Io credo che invece che definire che cosa sia l'anima, che è una cosa che non si può vedere, molto meglio è studiare quelle cose che si possono conoscere con l'esperienza, poiché solo l'esperienza non falla. E laddove non si può applicare una delle scienze matematiche, non si può avere la certezza.}}