Denis Diderot: Differenze 'mbrà revisiune
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A smerse, Diderot, non ge vè dè le scritte sue a 'u pubbleche, accussì 'nu sbuenne de scritte sue remanene scunnute e scanusciute fore da le circhele de le filosofe, pe avenè pubblecate sulamende apprisse 'nu sacche de decennie da 'a morta soje (certe addiritture apprisse 'a [[seconda uerra mondiale]]).
Diderot svolse un ruolo capitale anche nella storia della critica d'arte e nella storia dell'arte. Quest'ultima disciplina nasce intorno agli anni trenta del secolo dei lumi, contemporaneamente alla storia della letteratura promossa dai protestanti rifugiati in Olanda e dai benedettini di Saint-Maur. Diderot vi contribuisce dischiudendo una strada che condurrà sino a [[Charles Baudelaire|Baudelaire]]<ref>''Scritti sull'arte'', tr. it. Torino, Einaudi, 1992.</ref>, potendo avere accesso alla pittura del XVI e XVII secolo presente nelle collezioni del duca d'Orléans al Palais Royal, nelle collezioni di de La Live de Jully in rue Richelieu, nonché nelle collezioni dell'amico barone d'Holbach. Diderot è il primo a riunire il punto di vista tecnico a quello estetico nella sua critica d'arte che è raccolta principalmente nella serie di impressioni ch'egli consegna in forma epistolare in occasione delle esposizioni parigine - i ''Salons'' - alla ''Correspondance littéraire'' dell'amico [[Friedrich Melchior von Grimm|Grimm]]. Il ''Salon'', iniziativa dapprima annuale, poi biennale dal 1746 al 1781 è un'esposizione di pittura che si apre al mattino del giorno della festa del re, San Luigi, il 25 agosto e che dura all'incirca fino alla fine di settembre. L'ingresso è gratuito. Se il resoconto diderottiano del ''Salon'' del 1759, il primo redatto da Diderot per la ''Correspondance littéraire'', non è che un articolo di una quindicina di pagine, a partire dal 1761 e dal 1763 queste lettere divengono il terreno su cui Diderot formula alcuni dei suoi princìpi estetici più importanti, disseminandovi altresì riflessioni filosofiche storiche e morali.<ref>Esiste dei ''Salons'' diderottiani una splendida edizione curata da Jean Seznec (Oxford, 1975-1983) che affianca al testo diderottiano la riproduzione delle opere d'arte citate rintracciabili. Un'edizione più accessibile occupa il IV tomo delle ''Oeuvres'' curata da L. Versini, Paris. Laffont, 1996, pp. 171-1005.</ref>
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